Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale
In questo articolo vedremo come il Capitolo M3 del Codice di Prevenzione Incendi offra una visione moderna e multidimensionale della sicurezza antincendio, integrando approcci innovativi di Fire Safety Engineering (FSE).
Analizzeremo il criterio cardine ASET > RSET, indispensabile per garantire la sicurezza degli occupanti, e come questo si interfacci con le indicazioni delle tabelle M.3-2 e M.3-3, che stabiliscono i parametri per le operazioni di soccorso in sicurezza.
L’obiettivo è comprendere come questi elementi lavorino sinergicamente per creare un ambiente sicuro per tutti gli occupanti e i soccorritori, indipendentemente dalla complessità dell’edificio o dello scenario di incendio.
La progettazione prestazionale, o performance-based design, è una metodologia ingegneristica che si basa su un approccio scientifico per garantire la sicurezza in caso di incendio.
Supera i limiti dell’approccio prescrittivo tradizionale, permettendo di adattare le soluzioni ai contesti specifici di ogni edificio e scenario. Il principio centrale di questa metodologia è il criterio ASET > RSET: il tempo disponibile per evacuare in sicurezza (ASET) deve superare il tempo necessario per completare l’esodo (RSET), garantendo così un margine di sicurezza.
L’ASET, o Available Safe Escape Time, rappresenta la finestra temporale durante la quale le condizioni ambientali restano compatibili con la sopravvivenza umana.
Questo parametro viene calcolato considerando la propagazione di fumo, gas tossici e calore, che possono rapidamente compromettere la capacità di evacuare.
Il RSET, o Required Safe Escape Time, rappresenta invece il tempo effettivamente richiesto affinché tutti gli occupanti raggiungano un luogo sicuro, considerando fattori come il tempo di rilevazione dell’incendio, il tempo di reazione degli occupanti e il tempo di movimento lungo le vie di fuga.
Un margine di sicurezza adeguato tra ASET e RSET è essenziale per prevenire situazioni critiche. Questo margine viene influenzato da numerosi fattori, tra cui le caratteristiche del layout dell’edificio, la densità di occupazione, la presenza di sistemi di protezione attiva e passiva e il comportamento degli occupanti.
In un edificio con una popolazione eterogenea, come un ospedale, è necessario prevedere margini di sicurezza più ampi per tenere conto delle esigenze delle persone con mobilità ridotta.
Le tabelle M.3-2 e M.3-3 del Codice di Prevenzione Incendi giocano un ruolo complementare al criterio ASET > RSET, fornendo indicazioni specifiche per garantire che anche i soccorritori possano operare in condizioni di sicurezza.
Mentre il criterio ASET > RSET si concentra principalmente sulla salvaguardia degli occupanti, le tabelle M.3-2 e M.3-3 introducono parametri fondamentali per valutare l’idoneità delle condizioni operative durante un incendio, come la resistenza al fuoco delle strutture, la gestione del fumo e l’accessibilità per i mezzi di soccorso.
Ad esempio, un progetto che rispetta il criterio ASET > RSET può essere comunque carente se non considera la possibilità per i vigili del fuoco di accedere rapidamente alle aree interessate o se le condizioni ambientali diventano inospitali per il personale di soccorso.
Le indicazioni delle tabelle si integrano quindi con la progettazione prestazionale, aggiungendo un livello di sicurezza operativo che consente ai soccorritori di intervenire efficacemente, salvaguardando anche la loro incolumità.
Questa integrazione richiede un’analisi complessiva, in cui il comportamento dell’incendio, la struttura dell’edificio e le dinamiche dell’evacuazione sono valutati in modo sinergico.
La conformità al criterio ASET > RSET costituisce il primo step della valutazione di sicurezza antincendio. Qualora questo requisito non sia soddisfatto nella configurazione di base, si introducono misure integrative, come sistemi di controllo del fumo, scale protette pressurizzate o vie di accesso dedicate ai mezzi di soccorso, per garantire il rispetto del criterio stesso e dei requisiti prescritti dalle tabelle M.3-2 e M.3-3 .
Strumenti per la progettazione avanzata
Per dimostrare la conformità al criterio ASET > RSET e alle indicazioni delle tabelle M.3-2 e M.3-3, è fondamentale utilizzare strumenti avanzati di analisi e simulazione. Questi includono:
1. Software di simulazione dell’evacuazione: Come Pathfinder, per modellare il flusso degli occupanti e valutare i tempi di esodo in diversi scenari.
2. Modelli di sviluppo dell’incendio: Come FDS (Fire Dynamics Simulator), che consentono di analizzare la propagazione di calore, fumo e gas tossici all’interno dell’edificio.
Questi strumenti consentono di integrare le esigenze degli occupanti e dei soccorritori, offrendo una visione completa della sicurezza.
Una simulazione può evidenziare come il posizionamento delle vie di fuga influenzi non solo i tempi di evacuazione, ma anche l’accessibilità per i vigili del fuoco.
L’approfondimento sul criterio ASET > RSET ci mostra come la progettazione prestazionale superi i limiti dell’approccio prescrittivo, abbracciando una visione più complessa e realistica della sicurezza antincendio.
Integrare aspetti comportamentali, ambientali e tecnici consente non solo di migliorare la sicurezza, ma anche di personalizzare le soluzioni in base alle caratteristiche dell’edificio e degli occupanti.
Per valutare il tempo disponibile per l’esodo (ASET), è necessaria un’analisi quantitativa degli effetti provocati dall’incendio. In particolare, si considerano: la riduzione della visibilità causata dai fumi, l’esposizione al calore generato per irraggiamento e convezione, e l’altezza dello strato di fumo. L’analisi della tossicità, invece, è più complessa poiché dipende dai materiali combustibili, spesso difficili da prevedere in anticipo. Pertanto, ci si concentra principalmente sulla determinazione delle condizioni che consentono l’evacuazione, considerando un’altezza minima dello strato di fumo di 2 metri per gli occupanti e 1,5 metri per i soccorritori. Tuttavia il Codice di Prevenzione Incendi prevede dei modelli di calcolo per i gas tossici e i gas irritanti, ma approfondiremo questo nel prossimo articolo che parlerà del “Metodo di calcolo avanzato per ASET (M.3.3.1)“
La determinazione del tempo richiesto per l’esodo (RSET) è intrinsecamente complessa, poiché dipende dall’interazione dinamica tra incendio, struttura dell’edificio e comportamento degli occupanti.
Progettare per la salvaguardia della vita significa adottare un approccio multidimensionale, dove ogni secondo conta e ogni dettaglio può fare la differenza.