CORSO FSE MASTER TRAINING INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO – CORSO BASE DI 16 ORE – PARTE I del 26 settembre 2024

Fire Safety Engineering in ITALIA

CORSO FSE MASTER TRAINING INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO – CORSO BASE DI 16 ORE – PARTE I del 26 settembre 2024

Si è tenuto il corso CORSO FSE MASTER TRAINING INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Monza Brianza. Il corso si è tenuto con gli allievi in presenza e collegati in remoto.

Il corso è stato organizzato dalla Profire mediante l’instancabile moderazione da parte di Maurizio Antonelli.

Il corso si è tenuto nelle giornate di giovedì 26 settembre e di lunedì 30 settembre.

Ad aprire il corso è stato proprio il Comandante del Comando Provinciale Vito Cristino (vedi su YouTube) che ha parlato del quadro normativo che interessa la Prevenzione Incendi in Italia. Con il D.M. del 9 maggio 2007 in Italia si è introdotto il concetto di Norme Prestazionali oltre a quelle che già c’erano ovvero le Norme Prescrittive, di conseguenza la Fire Safety Engineering è entrata a far parte delle pratiche consentite per i progetti di Prevenzione Incendi, essendo questa considerata una norma prestazionale.

Altro concetto importante è l’introduzione del Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio (SGSA) all’interno dei Progetti di Prevenzione Incendi

Il quadro normativo si completa con il Codice di Prevenzione Incendi nel D.M. del 3 Agosto 2015 che introduce il triplice concetto di soluzioni progettuali, ovvero:

  • Soluzioni Conformi
  • Soluzioni Alternative (FSE)
  • Soluzioni in Deroga

Il Codice lavora secondo un flusso preciso: il professionista antincendio parte dalla Valutazione del Rischio Incendio per l’attività per poi passare ai livelli di prestazione collegati per ogni strategia. Qual ora non si riescano a raggiungere con soluzioni conformi si passa alle soluzioni alternative, indicate nei capitoli M1, M2 e M3.

Segue la parte di Giovanni Parisi (vedi su YouTube), funzionario dei Vigili del Fuoco di Monza Brianza che approfondisce l’approccio prestazionale ovvero l’applicazione delle soluzioni alternative secondo il Codice di prevenzione Incendi spiegando nel dettaglio i capitoli M1, M2 e M3.

Il capitolo M1 parla di due fasi del progetto ovvero l’analisi preliminare con la stesura del sommario tecnico e la seconda fase quella quantitativa con la stesura della relazione tecnica che deve fornire i dati confermanti le ipotesi del sommario tecnico.

Il capitolo M2 parla della scelta degli scenari d’incendio e gli scenari d’incendio di progetto, il tutto gestito attraverso l’albero degli eventi che il progettista antincendio deve fornire in conformità al tipo di attività

Il capitolo M3 si sofferma sui criteri di valutazione del tempo necessario alla salvaguardia della vita con i concetti di ASET e RSET che il professionista, tramite l’analisi quantitativa deve dimostrare oggettivamente essere ASET>RSET.

Michele Ranieri (vedi su YouTube) ha parlato molto sull’utilità del Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio (SGSA) e del Business Continuity Plan (BCP).

Ranieri introduce il concetto di SGSA in continua verifica. La verifica continua deve registrare tutte le variazioni al progetto non sostanziali e le variazioni sostanziali senza aggravio del rischio. In caso contrario sarà necessario una variante di progetto di prevenzione incendi.

Il DPR 151/2011 all’articolo 6 al secondo comma prevede anche la tenuta di un registro aggiornato delle manutenzioni per tutte le attività menzionate nell’Allegato I dello stesso regolamento.

Ranieri ha anche accennato come il mantenimento continuo del SGSA vada in direzione dell’abrogazione della norma che prevede il rinnovo del CPI ogni cinque anni (norma tuttora vigente).

Il BCP è una nuova tipologia di approccio che deve tenere conto di tante situazioni, compreso il Property Loss, ovvero la perdita che dell’azienda in caso d’incendio. Ranieri ha fatto un esempio: se un’azienda ha bisogno di materia prima che ha un carico d’incendio più o meno importante ma questa materia prima ha un approvvigionamento di diversi mesi, il BCP evidenzierà che saranno necessari due punti di stoccaggio per mantenere la “continuità” produttiva.

Il BCP è uno strumento utile se accompagnato ad un SGSA efficiente per discutere al tavolo assicurativo per intravvedere la possibilità di copertura assicurativa là dove sono state prese le misure antincendio più efficaci.

Nicola Clemeno (vedi su YouTube) presenta “Soluzioni progettuali alternative per la valutazione della capacità portante in presenza d’incendio” che in pratica si concentra sull’applicazione del Codice di Prevenzione Incendi al capitolo S.2 mediante i metodi esposti ai capitoli M1, M2 e M3.

La sua presentazione consiste in una prima parte di teoria che dura circa un’ora, successivamente segue una parte di esempi pratici, in cui le soluzioni progettuali alternative forniscono un calcolo delle capacità portanti delle strutture in presenza d’incendio.

Clemeno fa un distinguo tra tecnico antincendio e tecnico FSE dato che lui stesso ha fondato un’azienda, la FSE Italia SRL, che si occupa solo e unicamente di Fire Safety Engineering e al suo interno ha tecnici specializzati in questa materia. Il tecnico FSE quindi svolge la funzione di supporto al tecnico antincendio nel momento in cui le soluzioni progettuali che si vanno ad applicare sono di tipo alternativo.

Ogni volta che approcciamo all’analisi della resistenza al fuoco delle strutture dobbiamo verificare tre cose:

  1. Definire gli scenari d’incendio
  2. Definire la trasmissione del calore
  3. Analisi strutturale

Una volta definito il modello d’incendio si passa alla definizione del modello di trasmissione del calore fino al modello di calcolo strutturale. Clemeno spiega che c’è differenza nella trasmissione di calore su una trave in acciaio e una trave in cemento armato precompresso, in quest’ultimo caso si deve calcolare la trasmissione del calore agli elementi interni ed esistono delle formule ben precise che ci consentono di fare questi calcoli. L’obiettivo finale è la definizione della CAPACITÀ PORTANTE della struttura.

La progettazione con il metodo prestazionale si focalizza sulla potenza termica rilasciata nel corso dell’incendio, diversamente a come si faceva nel passato, quando c’era solo il metodo prescrittivo in cui ci si focalizzava sul carico d’incendio.

Nella progettazione prestazionale si prende in considerazione la curva naturale dell’incendio e si considerano i valori di potenza termica nel post-flashover, inoltre ribadisce Clemeno, il modello d’incendio naturale è governato sia dal comburente ovvero le condizioni di ventilazione, che dal coefficiente di trasmissione termica delle pareti al contorno (boundary conditions), ecco quindi che abbiamo temperature diverse all’interno dell’ambiente in cui si sviluppa l’incendio. Il compito del tecnico FSE sarà quello di fornire le temperature nei punti critici della struttura così che il tecnico antincendio possa calcolare la capacità portante dell’edificio.

Clemeno termina la sua presentazione con alcuni esempi pratici in cui è stata applicata la FSE (vedi su YouTube)

Giudo Zaccarelli (vedi su YouTube) conclude la giornata con la sua presentazione che tratta “Prodotti della combustione, tossicità e propagazione”.

I prodotti della combustione sono: gas, fiamma, calore, fumo, scintille e ceneri. Tutti questi sono letali per l’uomo se esposto a dosi importanti; quindi, è fondamentale essere il meno esposti possibile ai prodotti della combustione. Tra questi i più insidiosi sono i gas e i fumi perché pervadono l’ambiente e possono essere anche non percepiti come nel caso dell’ossido di carbonio (CO) che è inodore e incolore.

Zaccarelli ha mostrato alcuni dati sui gas tossici e da quali materiali vengono prodotti.

Per quanto riguarda i fumi, l’insidia sta soprattutto nella riduzione della visibilità che possono disorientare gli attori dell’esodo, oltre a ciò, i fumi possono creare stati di malessere immediato come vomito o forte stato confusionale.

Zaccarelli ha anche parlato di come l’incendio al cinema Statuto di Torino il 14 febbraio 1983 ha cambiato la storia della Prevenzione Incendi in Italia. Il cinema aveva al suo interno dei sedili con poliuretano espanso che ha creato la tossicità dei fumi che ha ucciso 64 persone; ha anche mostrato le foto dell’interno del cinema dopo l’incendi e ha fatto notare che i sedili bruciati erano veramente pochi rispetto a quelli presenti, questo per ribadire come la scelta dei materiali influisce sulla vita umana durante gli eventi legati alla combustione. Zaccarelli ha portato alla memoria anche il drammatico incendio della torre Grenfell a Londra nel 2017, in cui i gas tossici sprigionati dall’incendio dei pannelli di rivestimento. La Torre Grenfell, durante il tragico incendio, era rivestita con pannelli in materiale composito di alluminio (ACM), che si sono rivelati altamente infiammabili. Questi pannelli erano costituiti da due strati di alluminio con un’anima interna in polietilene, un materiale plastico facilmente infiammabile. Il principale gas letale fu il Cianuro di idrogeno (HCN), un gas estremamente tossico che si forma quando materiali contenenti azoto, come alcune plastiche, bruciano. Si ritiene che l’anima in polietilene dei pannelli e altri materiali sintetici all’interno della torre abbiano rilasciato cianuro di idrogeno durante l’incendio.

Si conclude quindi la prima parte del corso tenutosi il 26 settembre 2024. Nel prossimo articolo faremo un riassunto della seconda parte tenuta il 30 ottobre 2024.